SELEZIONE DI ARTICOLI DI INTERESSE MEDICO E SANITARIO DALLA STAMPA PRESENTE IN INTERNET

INTERROTTA LA TRATTATIVA SULLE CONVENZIONI

Si è interrotta la no stop per la trattativa per il rinnovo delle convenzioni tra Sisac, ente delegato della parte pubblica, e sindacati di medicina generale, pediatria di libera scelta, specialistica ambulatoriale e continuità assistenziale

(Doctor News, N° 201, 30/11/2008). La seduta è stata infatti aggiornata alla prossima settimana, probabilmente a giovedì, dopo che la Sisac avrà sentito il comitato di settore delle Regioni sul punto che ha creato dissidi tra le parti: la destinazione delle risorse per il prossimo biennio, che la Sisac vorrebbe riservare alle trattative integrative regionali mentre i sindacati ne pretendono il mantenimento a livello nazionale, "perché la convenzione deve essere nazionale". Si è trattato di uno stop 'tecnico' "non traumatico", spiega all'ADNKRONOS SALUTE Giacomo Milillo, segretario generale della Federazione nazionale dei medici di medicina generale (Fimmg), che però ammette il clima teso della trattativa. Si è infatti "vicini all'accordo per quanto riguarda il biennio 2006-2007, abbiamo trovato soluzioni condivise sia dal punto di vista economico sia normativo". Il nodo sta tutto nel 'destino' del finanziamento per il secondo biennio. "La Sisac - precisa - vorrebbe devolvere tutte le risorse, pari al 3,20 per cento dell'inflazione programmata, agli accordi regionali. E questo non è assolutamente accettabile dai sindacati". Il problema dunque è legato più al proseguimento della trattativa che non alla chiusura della contrattazione sul 2006-2007. "Ma sempre all'interno del primo biennio - aggiunge Milillo- è previsto anche un impegno per il proseguimento della trattativa". Ed è qui, dunque, che si è arenata la discussione, conferma il Sindacato medici italiani (Smi) che sottolinea anche l'esiguità delle risorse in campo. "Diciamo da mesi: il 3,20 per cento è insufficiente - ricorda Maria Paola Volponi, responsabile nazionale Smi della medicina generale - a maggior ragione se si vuole finalmente avviare la riorganizzazione delle cure primarie". Sugli altri punti "l'incontro è stato interlocutorio", continua Volponi. C'è stato accordo, prosegue la sindacalista, sulle indicazioni che riguardano "le forme aggregative funzionali (integrazione tra le varie professionalità della medicina generale) e sulle forme erogative complesse (strutture di erogazione dei servizi, secondo le caratteristiche del territorio e le indicazioni dei medici e delle regioni). Ma anche sulla gestione dei flussi informativi", ovvero i dati che devono essere inviati dai medici alle Asl e viceversa. "Abbiamo sospeso la discussione, invece, sugli articoli che riguardano la nuova ricetta elettronica e sul pagamento degli arretrati del primo biennio", precisa Volponi. "Anche in questa occasione - conclude - dobbiamo rilevare che in Italia si intende riformare la sanità quasi a 'costo zero', come è evidente con quel 3,20 per cento destinato alla riorganizzazione delle cure primarie. La politica di casa nostra è ancorata a una vecchia impostazione, invece nel resto del mondo (Usa e Spagna per fare qualche esempio) si va in un'altra direzione. Quella che lo Smi auspica da sempre: nella sanità si deve investire, eliminando gli sprechi, ma aumentando le risorse. Anche per far fronte alla crisi internazionale, con risposte occupazionali di qualità".

 

Il governatore ha concordato con il direttore generale Guerzoni l'avvio di un radicale mutamento di azione e ha richiamato i dirigenti alle loro responsabilità

SANITÀ, LOIERO ANNUNCIA CONTROLLI SU AZIENDE

''Per evitare sforamenti di budget e iniziative che appesantiscono i bilanci ma soprattutto per valorizzare le qualita' professionali che pure esistono in diversi ospedali regionali e abbattere la costosa emigrazione sanitaria''

Catanzaro, 21 nov. - (Adnkronos) - Il presidente della Giunta regionale Agazio Loiero inviera' controlli nelle aziende sanitarie ''per evitare sforamenti di budget e iniziative che appesantiscono i bilanci ma soprattutto per valorizzare le qualita' professionali che pure esistono in diversi ospedali regionali e abbattere la costosa emigrazione sanitaria''. Lo ha annunciato oggi dopo la visita nella sede dell'assessorato alla Sanita' i dirigenti del dipartimento. Loiero, che ha sollecitato ''uno sforzo collettivo per rimettere a galla una barca che rischia di affondare'', ha incontrato accompagnato dal portavoce Pantaleone Sergi il segretario generale Nicola Durante, il direttore generale del dipartimento Andrea Guerzoni e tutti i dirigenti di settore e di servizio.

Il Governatore ha concordato con il direttore generale Guerzoni l'avvio di un radicale mutamento di azione e ha richiamato i dirigenti alle loro responsabilita' e chiesto che al piu' presto all'interno dell'assessorato venga attivata un'area di controllo dei bilanci e dell'attuazione programmatica da parte delle aziende sanitarie provinciali e ospedaliere. Inoltre ha assicurato che ci sara' quanto prima l'innesto di nuovo personale qualificato e che l'organizzazione e le metodologie di lavoro del dipartimento saranno rivisitati. ''Ho cercato di infondere coraggio, ma ho chiesto il massimo dello sforzo possibile - ha detto Loiero lasciando l'assessorato alla Sanita' - perche' c'e' bisogno di spingere in avanti con impegno e risalire al piu' presto la china''.

 

ARRIVA L'INFLUENZA MA IL SSN È PRONTO

(Doctor News, N° 195, 20/11/2008). La prossima ondata di contagi da virus influenzali è stata annunciata come la più pesante degli ultimi anni. Il virus di questa forma influenzale si annuncia infatti come molto aggressivo al punto da essere in grado di colpire 5-7 milioni di italiani. L'arrivo dell'epidemia è stato annunciato dal Centro Nazionale per l'Influenza dell'ISS che ha recentemente segnalato i primi casi fatti risalire al ceppo A/H3N2. Per limitare l'espandersi dell'epidemia la SIMG è tornata a ribadire l'importanza dell'uso nella pratica clinica della vaccinazione e dei farmaci antivirali. "La somministrazione del vaccino - è stato ribadito durante il congresso in corso a Firenze - è raccomandata nelle categorie a rischio".  "L'uso degli antivirali - ha spiegato Claudio Cricelli, Presidente SIMG, è raccomandato dalle linee guida dell'ISS solo in quei pazienti che possono trarne beneficio sia in terapia che come profilassi post-esposione. In questo ambito è fondamentale il ruolo dei medici di famiglia che sono in gradi di seguire la storia clinica di ogni singolo paziente".

In merito al ventilato problema di carenza di scorte di vaccino Guido Rasi, DG dell'AIFA è stato rassicurante: "Ci sono dosi disponibili sufficienti al fabbisogno. Ad oggi "al mio tavolo non è arrivato alcun allarme di questo genere", ha detto nell'ambito del Convegno SIMG. La vaccinazione, secondo il direttore generale dell'Agenzia regolatoria, è utile oltre che per la salute pubblica anche sul piano economico. L'immunizzazione "secondo i dati a nostra disposizione - spiega all'ADNKRONOS SALUTE - comporta un risparmio per il minor uso di farmaci". Ma è importante anche "contro l'utilizzo incongruo di antibiotici che - come abbiamo dimostrato in occasione della campagna appena avviata con l'Istituto superiore di Sanità per l'uso corretto di questi medicinali - è molto legato alla cattiva gestione dell'influenza".

 

LA FIMP SPERIMENTA IL SERVIZIO H12

(Doctor News, N° 190, 14/11/2008). I pediatri di famiglia sono disponibili a sperimentare forme di assistenza continua sulle 12 ore, per ridurre il ricorso improprio ai pronto soccorso. Ed entro pochi giorni presenteranno, al ministero del Welfare, le proprie proposte di modelli sperimentali, specifici per la pediatria. E' quanto è emerso dall'incontro di ieri mattina tra il presidente della Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp), Giuseppe Mele, con il sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio. Fazio, si legge in una nota della federazione, "ha voluto incontrare la Fimp per illustrare e coinvolgere i pediatri di famiglia italiani nel progetto obiettivo del ministero che punta a diminuire, su tutto il territorio italiano, gli accessi impropri ai pronto soccorsi ospedalieri, quelli contraddistinti dai cosiddetti codici bianchi e verdi". Per concretizzare il progetto "è tuttavia necessario che ogni componente dell'assistenza sanitaria del territorio faccia la propria parte". "La Fimp - ha spiegato Giuseppe Mele al termine dell'incontro - ha già approfondito in seno alle proprie componenti questo tema. Per questo è sostanzialmente già pronta ad offrire al ministero del Welfare la concretezza di alcuni, efficaci, progetti pilota di continuità assistenziale pediatrica che potranno essere facilmente sperimentati sul territorio nazionale, con finanziamenti dedicati, e valutati per una possibile futura applicazione sia a livello regionale sia nazionale".

 

RETRIBUZIONE DEGLI SPECIALIZZANDI 82-91

Potrebbero riaprirsi le possibilità di vedere riconosciuto il diritto alla retribuzione degli anni di formazione specialistica per i medici ex specializzandi del 1982-91

(Doctor News, N° 188, 12/11/2008). Molti camici bianchi - iscritti ai corsi quando fu emanata la direttiva comunitaria (1982) che rendeva obbligatoria la loro retribuzione - combattono da anni questa battaglia che, secondo il Sindacato dei medici italiani (Smi), potrebbe riaccendersi grazie a recenti sentenze, che ribadiscono la supremazia del diritto comunitario e l'illegittimità della prescrizione. Ma anche alla possibilità, dal prossimo anno, di avviare azioni collettive (class action) persino nei confronti dello Stato italiano. E' c'è anche la prospettiva di una sanatoria per legge, grazie a testi già depositati in Parlamento, per i medici che hanno fatto ricorso. L'iter giudiziario è stato, fino ad ora molto articolato, con alcuni passi avanti importanti, ma senza una soluzione comune definitiva. Ora, però, dopo 26 anni di carta bollata, non manca il sospetto che ci sia stato 'commercio del ricorso', che per tanti i medici danneggiati ha rappresentato solo una spesa aggiuntiva. "Questo è un dato incontrovertibile - ha spiegato Francesco Medici dello Smi, tra i primi a presentare un ricorso nel 1982 e che ancora oggi segue la vicenda - sappiamo di parcelle legali salatissime che non sono apprezzabili. Ma non è il caso del sindacato che offre questo tipo di servizio ai suo iscritti a costi minimi. Credo che sia indispensabile far valere un diritto negato: va sanata l'ingiustizia purché senza mercimonio e senza che serva solo a far arricchire gli avvocati. Per questo le novità che 'riaprono' la partita sono importanti". L'esperto però ammette che la soluzione definitiva non è dietro l'angolo. "Oggi ci sono due testi presentati in Parlamento per una sanatoria - spiega - che sarebbe, probabilmente la via più breve".

LA STORIA: L'obbligo di retribuire i medici specializzandi è legato alla direttiva comunitaria del 1982. Prevedeva la retribuzione, a carico degli Stati, sia per coloro che svolgessero la specializzazione a tempo pieno, sia a tempo ridotto. L'Italia ha recepito la direttiva solo nel 1991, ma senza indicazioni sui medici già specializzati. Nello stesso tempo ha introdotto l'obbligo del tempo pieno e l'incompatibilità con attività lavorativa di ogni genere. In pratica, però, in moltissime università è stato retribuito solo chi aveva iniziato il corso nel 1991. Tutto ciò ha dato il via ad un vasto contenzioso contro lo Stato italiano, secondo i ricorrenti "inadempiente agli obblighi comunitari".   In sede amministrativa, il Consiglio di Stato - si legge in una nota dello Smi - ha ritenuto meritevoli di retribuzione (sotto forma di borsa di studio) solo quei medici che dichiarassero (ed autocertificassero, con tutte le conseguenze del caso) di non aver mai svolto attività lavorativa durante gli anni di frequenza, con un ulteriore corollario: chi aveva lavorato anche un solo anno, era escluso in toto della borsa. Allo stato la giurisprudenza è granitica nell'accogliere la difesa dell'avvocatura che ritiene il diritto prescritto, e che fa decorrere la possibilità di accedervi dall'entra in vigore della legge, nel 1991. Altre pronunce, addirittura, fanno maturare la prescrizione di anno in anno, durante lo svolgimento del rapporto. Secondo lo Smi, ora, rispetto a tutto questo, ci sono tre novità che spingono a riconsiderare la questione. A partire dall'orientamento della giurisprudenza che individua la supremazia del diritto comunitario rispetto a quello nazionale, "con pronunce che stabiliscono anche la rimozione di atti definitivi dell'amministrazione, se emanati in contrasto con la normativa comunitaria". Da gennaio, poi, potrebbe esserci la possibilità di una class action applicabile anche nei confronti dello Stato italiano. Infine, nella giurisprudenza di merito, "recentemente, per la prima volta in modo chiaro e netto, la Corte di Appello di Genova ha accolto - si legge in una nota Smi - la tesi dell'illecito permanente: in sostanza, la prescrizione in danno ai medici non sarebbe neppure a oggi iniziata a decorrere, in assenza di un adeguamento pieno e completo da parte dello Stato alla normativa comunitaria. Ragion per cui ogni medico, anche se non ha mai agito, può promuovere azioni a tutela del proprio diritto".

 

PREVIDENZA

Contributi ONAOSI forse deducibili

(Doctor News, N° 23, 07/02/2008). Grazie al nuovo statuto, recentemente approvato dal Consiglio d'amministrazione della Fondazione, questi contributi "potrebbero essere considerati deducibili dal reddito complessivo del contribuente". E' la conclusione a cui sono giunti gli avvocati Olindo Cazzolla e Giangiacomo Bausone, incaricati dalla Federazione medici UIL-Fpl di fornire un pare legale sulla materia. "Anche se non esiste una normativa specifica in materia - ha spiegato Cazzolla - grazie alle disposizioni previste dal nuovo statuto, come l'erogazione di prestazioni a favore dei contribuenti indigenti, la Fondazione potrebbe ora essere considerata alla stregua di un ente di previdenza e assistenza". Una nuova configurazione che porterebbe grosse novità in materia fiscale. "Se l'ONAOSI si configurasse come un ente di previdenza e assistenza - precisa l'avvocato - i contributi volontari versati alla Fondazione dai sanitari non dipendenti del SSN, potrebbero essere considerati deducibili dal reddito complessivo del contribuente. E non più solo detraibili. Questo tecnicamente - sottolinea - porterebbe a una sottrazione integrale del contributo dal reddito. Al contrario della detraibilità che invece comporta una detrazione dall'Irpef lorda, fino ad un massimo del 18% del contributo versato". I due avvocati, nell'esprimere il loro parere, hanno fatto riferimento all'articolo 10 del Testo unico imposte sui redditi (TUIR), che al comma 1 recita: "Dal reddito complessivo si deducono, se non sono deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formarlo, i contributi previdenziali e assistenziali versati in ottemperanza a disposizione di legge, nonchè quelli versati facoltativamente alla gestione della forma pensionistica obbligatoria di appartenenza".

 

SMI, accordo ponte per MMG

Volponi, atto di indirizzo così com'è non va bene

(Doctor News, N° 20, 04/02/2008). "L'atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione della medicina generale, peraltro non ancora approvato, così come formulato è deficitario. Serve un accordo-ponte che riduca la sofferenza economica della categoria. E le risorse devono essere allocate tutte a livello nazionale".

Lo ha affermato ieri a Roma Maria Paola Volponi, responsabile per la medicina generale del Sindacato dei medici italiani (Smi), chiudendo i lavori della segreteria nazionale dell'organizzazione sindacale. Nei giorni scorsi, i sindacati di categoria, hanno proclamato lo stato di agitazione per chiedere l'approvazione, da parte del Governo, dell'atto di indirizzo propedeutico all'apertura delle trattative. Per lo Smi, però, sembra arrivato il momento di un bilancio e di un cambio di strategia. "La strategia fin qui sostenuta dall'intersindacale - sottolinea in una nota Volponi - non ha dato i risultati sperati. Il ministro della Salute non è stato capace di vincere gli ostruzionismi delle Regioni e le debolezze della maggioranza di Centrosinistra non hanno consentito una più decisa azione di governo, ma allo stesso tempo c'è stata una sottovalutazione delle questioni avanzate dai medici. Non ha senso - aggiunge - che si prevedano per quest'area aumenti in linea con quelli previsti per il pubblico impiego, dimenticando che i medici di famiglia hanno sulle spalle i costi, per esempio, degli studi, che hanno avuto in questi anni incrementi superiori agli indici inflattivi". Anche per questa ragione lo Smi aveva chiesto che si approvasse l'atto di indirizzo recependo quanto concordato nel documento degli assessori alla Sanità delle Regioni del 6 dicembre scorso. "Ma così non è stato", precisa Volponi. "Ora siamo in stato di agitazione, ma temiamo possa essere anche questa una scelta insufficiente. E' giunto il momento - conclude - di fare una riflessione autocritica e di incalzare davvero il ministro Livia Turco su obiettivi concreti, mantenendo l'azione unitaria, ma correggendo il tiro".

 

SANITÀ ALLO SBANDO, LA FNOMCEO NON CI STA

(A cura de Il Pensiero Scientifico Editore - 04/02/2008)

"La cronaca di questi mesi su casi veri  o presunti di cattiva pratica professionale e, più in generale, sulla denuncia di gravi carenze strutturali e gestionali degli ospedali e dei servizi sanitari, spesso determinati da indecenti connivenze tra la cattiva politica e la malagestione,  particolarmente virulenti nel sud del Paese, ha disegnato uno spaccato della nostra sanità pubblica e dei suoi professionisti che ne hanno ingigantito i difetti  e mortificato i tanti meriti": lo afferma una nota sul tema della malpractice diffusa alla stampa dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO).

Prosegue la nota: "La ricerca e la pratica della trasparenza amministrativa, dell’equità, della efficacia, della sicurezza delle prestazioni nel nostro S.S.N.  pretende da tutti un grande senso di responsabilità per non scadere nel giustizialismo liquidatorio, nello scandalismo mediatico, nel gioco al massacro di mettere  in prima fila sul banco degli imputati, gli ultimi della catena e cioè i medici. Ai medici è giusto chiedere ragione del loro operato, ma è inaccettabile  che inequivocabili limiti e fallimenti di politiche sanitarie, più evidenti in alcune parti del nostro Paese, possano nascondersi dietro il paravento di una “ irresponsabilità “ dei professionisti. I medici e tutti gli altri operatori della sanità possono sbagliare e talora sbagliano, come tutti coloro che attendono a compiti difficili e delicati e se l’errore deriva da cattiva pratica professionale è giusto che ne rispondano  sotto i vari profili di responsabilità. Resta il fatto paradossale che quel sistema di responsabilità e poteri,  che governa la sanità, invaso dalla politica, dopo aver  espulso i professionisti da ogni decisione nel merito della gestione dei servizi, chieda poi a questi di rispondere di quelle  inefficienze e carenze strutturali ed organizzative  quasi sempre alla base e cause  di eventi drammatici ed indesiderati. Stiamo osservando che, in alcune parti del nostro Paese, il risultato è che, mentre nulla cambia nei riti e negli uomini della politica, nelle Amministrazioni e nelle Istituzioni rappresentative, i medici hanno paura ad indossare i  camici, ingenerosamente  coinvolti e travolti da una legittima ondata di sfiducia e rabbia dei cittadini. Noi siamo pronti a cambiare e ci stiamo già adoperando per migliorare la nostra professione al servizio dei cittadini; vorremmo che altrettanto facessero tutti, a cominciare dalla politica, perché la nostra tanta buona sanità, i nostri tanti buoni professionisti, i nostri straordinari patrimoni di diritti civili e sociali, hanno  un disperato bisogno di recuperare nuovi valori etici alla politica, quelli che trasformano  la politica in  buona politica".

Bibliografia. Ufficio stampa FNOMCeO 2008.

 

Oggi 500.000 in piazza per il contratto

(Doctor News, N° 19, 03/02/2008). Oltre mezzo milione di lavoratori del Servizio sanitario nazionale - ben 550.000 - mobilitati, lunedì 4 febbraio, per il rinnovo del contratto. E "più di100.000 riempiranno le piazze dei capoluoghi delle regioni per rivendicare con forza la firma del contratto nazionale di lavoro". Lo annunciano, in una nota, i segretari dei sindacati confederali Carlo Podda della Fp Cgil, Rino Tarelli della Fps Cisl e Carlo Fiordaliso della Uil Fpl.    I lavoratori e le lavoratrici, dicono i sindacalisti, chiedono "Contratto subito" a 25 mesi dalla sua scadenza.

 

QUATTRO NOTTI 'SENZA SOGNI' DANNEGGIANO MEMORIA

Studio sui topi, si riduce proliferazione cellule cerebrali

Los Angeles, 3 feb. (Adnkronos Salute) Sognare fa bene ai ricordi. Almeno secondo un gruppo di ricercatori americani, che hanno scoperto come bastino quattro giorni di privazione del sonno Rem (quello profondo, in cui si sogna), per ridurre la proliferazione cellulare nella parte del cervello che contribuisce all'archiviazione della memoria a lungo termine. La ricerca, condotta sui ratti, è pubblicata sulla rivista scientifica 'Sleep' dal team di Dennis McGinty, della V.A. Greater Los Angeles Halthcare System. La fase di privazioni del sonno Rem è stata ottenuta con un breve movimento della ruota dove riposavano gli animaletti, attivata da un sistema di rilevazione automatica del sonno profondo. Topolini di controllo sono stati sottoposti allo stesso trattamento, indipendentemente dal momento del ciclo sonno-veglia. Secondo i risultati, il sonno Rem è stato ridotto dell'85% nei ratti 'sotto esame' e del 43% in quelli di controllo. E la proliferazione cellulare si è ridotta del 63% nei primi, rispetto ai secondi. "Diversi studi hanno mostrato che il sonno contribuisce alla plasticità cerebrale e alla neurogenesi adulta - spiega McGinty - Mentre la soppressione della neurogenesi è ritenuta importante in patologie come la depressione". Ci si chiedeva in quale modo i due diversi tipi di sonno, quello con e senza sogni, influissero su cervello e memoria, prosegue il ricercatore. "Lo studio - conclude - mostra che il sonno Rem ha un ruolo chiave nel favorire la plasticità cerebrale. Anche se non esclude che l'altro tipo di sonno abbia un'importanza paragonabile".

 

TUMORI: MARINO, VIA A VACCINAZIONE

Sono 280 mila le dodicenni che potrebbero sottoporsi

(ANSA) - ROMA, 3 FEB - 'Non perdiamo tempo per prevenire il cancro'.E' l'appello del presidente della Commissione sanita' del Senato, Ignazio Marino, alle regioni. Marino chiede il via da parte delle regioni delle campagne di vaccinazione alle 280mila dodicenni contro il papilloma virus, causa del 90% dei casi di cancro all'utero. 'Abbiamo destinato a questo scopo 30 mln euro per il 2008 nella scorsa finanziaria, ora i fondi sono a disposizione delle regioni'. La vaccinazione e' volontaria. 

 

SANITA': TURCO, A SUD SI MUORE MENO

In termini di stato salute, Sud e Centro- Nord sono uguali

(ANSA) - NAPOLI, 2 FEB - Al Sud si muore di meno, nonostante servizi sanitari e strutture spesso inadeguati e cittadini fortemente insoddisfatti del Ssn. Lo ha detto il ministro Turco intervenendo all'Anaao. Al sud, ha detto, 'mediamente si muore di meno e i dati indicano un indice di mortalita' per 100 mila abitanti di 828 decessi al Sud, contro i 971 al nord e i 980 al centro'. 'In termini di stato di salute, le popolazioni delle regioni meridionali non stanno peggio di quelle del centro-nord'. 

 

MEDICI DI FAMIGLIA, È STATO DI AGITAZIONE

Contro la mancata firma dell'atto di indirizzo necessario per avviare le trattative per la firma della nuova Convenzione delle medicina generale

(Doctor News, N° 18, 312/01/2008). Il Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami) proclama lo stato di agitazione, contro la mancata firma dell'atto di indirizzo necessario per avviare le trattative per la firma della nuova Convenzione delle medicina generale. "Non riusciamo a capire perché il Governo non faccia il suo dovere, cioè firmare l'atto di indirizzo, un atto che gli compete e che può siglare anche con l'attuale crisi politica", dice il presidente del sindacato, Mauro Martini, precisando che lo Snami "si riserva di individuare e comunicare le date e le modalità di eventuali azioni sindacali decise nel corso della riunione intersindacale del 21 febbraio prossimo".  Martini sottolinea che lo Snami ha "dichiarato, congiuntamente a tutte le sigle sindacali della medicina territoriale, lo stato di agitazione della categoria, richiedendo l'attuazione delle procedure di raffreddamento", avendo "preso atto dell'approvazione da parte del Comitato di settore dell'atto di indirizzo per il quadriennio normativo 2006-2009 e per il biennio economico 2006-2007 e considerato che il Governo non ha assunto l'atto di indirizzo stesso, garantendone la necessaria copertura finanziaria, non avviando così il tavolo negoziale presso la Sisac".

 

 

 

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